Gli agenti immobiliari italiani parlano ripetutamente della necessità di acquisire maggiore professionalità, una maggiore qualità di erogazione del servizio, attraverso programmi di aggiornamento e formazione.
Tutto questo però è in contrasto con i dati di mercato: da una recente indagine BV Invest, società che si occupa di consulenza strategica, network development e real estate advisory, emerge che solo il 21% degli operatori segue un piano di formazione in via continuativa su base annua (parliamo di circa 3 o 4 corsi all’anno). Il 53% fa un corso “ogni tanto ma poco frequentemente”, mentre il 26% “quasi mai o molto di rado”.
BV Invest ha analizzato quindi i motivi di questo scollamento tra intenzioni degli agenti e realtà dei fatti.
Si potrebbe pensare che l’offerta formativa non sia adeguata. Ma non sembra una tesi sostenibile. Nel settore esistono formatori e società di tutti i tipi: dagli “avanguardisti” che importano tecniche , almeno a loro dire, moderne ed innovative. A quelli che propongono “programmi tradizionali” basati su metodi consolidati. Ad altri che, pur parlando per sentito dire, si propongono con seminari e corsi comunque strutturati dignitosamente.
Si potrebbe ritenere che l’offerta formativa sia troppo costosa, ovvero si proponga con prezzi troppo alti. Ma nemmeno questa può essere un’obiezione accettabile. Le tariffe proposte risultano assolutamente equilibrate e nel rispetto dei costi necessari ad allestire giornate aula, con materiale idoneo, didattica appropriata e logistica adeguata. Non è questo il problema, data la modesta entità degli investimenti richiesti e ragionando con logica e con buon senso.
“Ecco, io credo che a volte manchi proprio il buon senso – afferma in una nota Bruno Vettore, AD di BV Invest – che peraltro è la più alta forma di intelligenza. E forse non si crede veramente che la formazione sia un investimento e non un costo, non si pensa con convinzione che il cliente finale abbia davvero bisogno di un professionista preparato, aggiornato sul piano tecnico, normativo, fiscale e motivato sul piano commerciale e relazionale. Non si ritiene fondamentale crescere e progredire sia sotto l’aspetto personale che professionale. O forse è solo una questione di avere l’umiltà necessaria?”